L'erede misterioso by Georgette Heyer

L'erede misterioso by Georgette Heyer

autore:Georgette Heyer [Heyer, Georgette]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Reggenza, Regency, Jane Austen, liala, Sophy la Grande, Una donna di classe, Bridgerton, Downton Abbey, Inghilterra, Ottocento, 67 Clarges Street
editore: astoria
pubblicato: 2022-02-08T23:00:00+00:00


14 Le torri Martello sono piccole fortezze costruite a scopo difensivo dai britannici durante le guerre napoleoniche. [N.d.T.]

12

Dopo aver lasciato Hugo, Claud si era procurato un fiore di enormi dimensioni da mettere all’occhiello, che aveva dato il tocco finale a un aspetto così singolare da giustificare lo stupore del tenente Ottershaw. Era raro che un gentiluomo onorasse Rye passeggiando lungo le sue strade con indosso la giacca dalle lunghe code, i pantaloni attillati e gli stivali adatti a un giro per Bond Street o una passeggiata a Hyde Park; ma anche in quei luoghi alla moda l’abbigliamento di Claud non sarebbe passato inosservato, perché i pantaloni (con i quali sperava di lanciare una nuova tendenza) non erano né di un sobrio color biscotto né di un più vivace giallo, bensì di un tenue e delicato lilla; la cravatta era di dimensioni considerevoli e adornata da una grossa spilla di ametista fissata tra le pieghe; il cappello, l’ultima invenzione del genio creativo di Baxter, era un modello così rivoluzionario da provocare anche in chi lo indossava qualche ansietà, perché invece di essere il copricapo in castoro dalla sommità leggermente bombata prediletto dagli abitanti della città, o quello più basso in uso in campagna, mostrava una marcata somiglianza con un comignolo affusolato. Ma ancora più sorprendente del cappello o dei pantaloni era il lungo mantello bianco foderato di seta lilla, che gli ricadeva in pieghe aggraziate dalle spalle. In generale gli uomini portavano il mantello solo sopra un abito da sera; ma Claud, studiando il proprio riflesso prima di recarsi da Almack’s, era arrivato alla conclusione che un mantello dal buon taglio e foderato di seta donasse in modo particolare. Gli era così venuta l’idea di disegnarne uno che potesse venire utilizzato di giorno e l’aveva immediatamente suggerita a Polyphant. Quest’ultimo non ne era sembrato colpito, ma benché di norma Claud si lasciasse guidare dal gusto del proprio domestico, era stato così affascinato dal frutto della propria immaginazione che dopo avervi riflettuto per alcune settimane lo aveva sottoposto a uno dei suoi sarti più disposti a rischiare. “Sì, signore. Per un ballo in maschera?” gli aveva chiesto il signor Stultz in maniera piuttosto sconfortante.

Ma Claud non si era lasciato sconfortare; e quando aveva sottoposto il mantello a due intimi amici, questi avevano espresso a gran voce la loro approvazione e la loro invidia. Non l’aveva ancora sfoggiato a Londra, ma l’effetto a Rye era stato assai soddisfacente ed era incline a pensare che avrebbe potuto avventurarsi a mostrarlo al bel mondo all’inizio della Piccola Stagione.

Il tenente Ottershaw ritrovò la voce. “Quello è… è il signor Claud Darracott, signore?”

“Sì,” replicò il maggiore. “Già.”

Il tenente fece un profondo respiro. “Sono lieto di averlo visto,” si limitò a dire. “Ho sentito parlare parecchio di lui, ma non credevo nemmeno alla metà delle cose.”

Giunto vicino a loro, Claud alzò l’occhialino per osservare meglio il compagno del cugino. Il tenente, affascinato da un occhio così magnificamente ingigantito, non riuscì a distogliere lo sguardo e venne liberato da



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